Cose belle dall'India
Era l’Agosto del 2010, era la prima volta che mi trovavo all’Ashram del nostro Maestro. L’energia era molto forte, Maurizio ci aveva spiegato che il terreno contiene molte formazioni cristalline che trattengono l’energia spirituale discesa durante le pratiche (è un’esperienza da provare!!)
La prima serata la trascorsi a girovagare per la struttura, e facendo amicizia con alcune persone che, come me, erano appena arrivate da qualche parte del mondo per festeggiare il compleanno del Maestro Choa, il 15 di agosto.
Le stanze per gli ospiti accolgono 4 o 5 persone e così condivisi la camera con altri studenti. Erano tutti indiani di Kolkota (ex Calcutta) e dintorni. Ricordo con molto piacere lo scambio di esperienze, di riflessioni, suggerimenti pieni di amore rivolti con pacatezza e riconoscenza.
Nell’ambito di questi confronti e scambi culturali si toccarono molti temi, come le abitudini alimentari, questioni economiche, e via via che si entrava più in confidenza si parlò anche di argomenti più delicati, come i matrimoni combinati, o quanto meno fortemente pilotati dalle famiglie, e la condizione delle donne.
Dopo un paio di giorni, uno di questi ragazzi mi disse che avrebbe avuto piacere che parlassi con una sua amica che si trovava in un momento critico della sua vita. Io ribattei che avrebbe potuto riferirle il mio pensiero, ma a sua volta replicò che preferiva che le parlassi di persona perché riferire delle parole non è come ascoltarle da chi esprime un particolare pensiero e non era sicuro di rendere bene l’effetto. Io sorrisi e gli dissi che l’avrei fatto volentieri, ma i miei programmi successivi non prevedevano uno spostamento a Kolkota. Lui mi disse rispose che la sua amica era una studentessa ed era lì all’Ashram.
Così alla sera ci organizzammo per avere il colloquio: proposi di sederci davanti alla parte finestrata della reception che rimaneva illuminata sin verso le 11 di notte in modo da non destare malintesi, lei annuì ed il suo amico prese una sedia. Con mia sorpresa lei gli disse che preferiva rimanere da sola con me. Parlarono tra loro: lui fece presente che se fosse passato qualcuno la situazione avrebbe potuto essere sconveniente, ma lei non sentì ragioni e quindi lui si ritirò in stanza.
La ragazza ed io ci sedemmo e cominciammo a parlare, ci presentammo e dopo qualche minuto Dolly mi confidò di aver sposato un uomo che non amava e che prima del matrimonio (combinato dalle famiglie) gli aveva manifestato i suoi sentimenti, ma lui aveva ribattuto dicendo che con il tempo, stando insieme, lei si sarebbe innamorata. Man mano che il tempo passava le cose erano peggiorate ed ora si trovava quasi infastidita dalla sola vicinanza dello sposo. Aveva preso in considerazione di lasciare il marito, ma la decisione avrebbe provocato sofferenza ai genitori, dolore al coniuge ed altre implicazioni.
Ci parlammo per una mezz’ora.
L’anno seguente mi recai nuovamente all’Ashram per i festeggiamenti di agosto, ma non la rividi. Nel corso di questi successivi 2 anni, ogni tanto mi veniva in mente questa ragazza, così delicata, sensibile e dai modi amorevoli, chiedendomi come stesse o quale fosse la sua attuale condizione.
Quest’anno, sempre ad agosto, mi sono recato nuovamente in India, a Kolkota, in occasione del matrimonio di Fabio con Akanchha. Verso la fine delle emozionanti celebrazioni una ragazza si avvicina e chiede se mi ricordassi di lei e che una sera ci eravamo parlati all’Ashram, annuii le chiesi come stesse, lei mi disse: “Ora sono felice”. Le ho sorriso confidandole che l’avevo pensata ed ero felice di sentire che stesse bene. Così con la sua dolce voce ha aggiunto: “Le parole di quella sera mi hanno aiutata a prendere certe decisioni.
Il Maestro si prende cura di tutti i suoi allievi e ci comunica ciò che ci serve nei modi più disparati: tu sei stato il postino”.
Grazie Maestro.